Tuesday, September 12, 2006

Cassazione: dire 'puttana' è reato, anche a una 'lucciola'

Leggendo tutto l'articolo ho colto il vero senso della cosa ma... non nascondo quanti ironoci pensierini avevo fatto prima di rendermi conto della gravità della situazione.
Certo fa un pochino sorridere, se non posso più chiamare idraulico proprio l'idraulico che cosa posso fare nelle situazioni normali?
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F:..Mi scusi Avvocato..
A:..Come si permette, non mi chiami più così altrimenti la denuncio.
F:..No no io non intendevo dirle proprio Avvocato ma semplicemente Dottor Legale Interprete della Legge......
A:..Che fa adesso mi prende per i fondelli?
F:..Non mi permetterei mai...
A:..Bene, questo è il mio bigliettino da visita, la citerò a giudizio!
F:..Ma nel bigliettino è scritto Avvocato!!!
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Da una superficiale analisi non sembra tanto diversa quindi è la questione che andiamo ad approffondire, sì è vero che si parla di tutt'altra proffessione ma se una fa la prostituta come dovrebbe essere chiamata?
Non è proprio una risposta scontata perché chiamare "puttana" una signora è sempre e comunque reato, anche nel caso in cui la signora in questione faccia la 'lucciola' di mestiere e quindi non avrebbe nessun motivo per offendersi. Anzi, proprio con quel mestiere si guadagna da vivere. Le le controverse vicende legali hanno portato la Corte di Cassazione a stabilire e confermare la sentenza della Corte d'appello di Genova.
I giudici di Genova avevano condannato ad un anno di carcere un uomo usava in modo offensivo questo aggettivo nei confronti della moglie, ex prostituta.
Ma questa è solo una mezza verità, l'uomo era solito a malmenare la moglie, quindi la condanna di un anno, a mio avviso, è pure troppo leggera.
Bhé c'è poco da ridere, con questa chiave di lettura si capisce l'effettivo senso della decisione della Suprema Corte, inotre, che ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e, "tenuto conto della natura dei motivi", a una multa di mille euro, dando dunque torto alla difesa dell'imputato, condannato per maltrattamenti, che aveva fatto ricorso contro la sentenza di secondo grado sostenendo che le sue parole nei confronti della moglie non potevano risultare offensive proprio perché lei, prima di incontrarlo, "svolgeva veramente la professione della prostituta".
Per i giudici della Cassazione, invece, il marito non era assolutamente legittimato a offendere e umiliare la donna, perché "le ingiurie, nonché gli atti di disprezzo e di offesa alla dignità del soggetto passivo integrano una lesione dell'integrità morale.
Adesso, dico io, dopo tutto ciò che si pensa dei politici e dei luogocomuni che si sono "ricamati" attorno alla figura del politico stesso, cosa dovrei fare quando qualcuno mi dice d'essere un politico di razza?