Friday, September 02, 2011

Il diritto al lavoro

[...] L'enciclica Rerum novarum, accostandosi al popolo, che abbracciava con stima e amore, penetrò nei cuori e nelle menti della classe operaia e vi infuse sentimento cristiano e dignità civile; a segno tale che la potenza dell'attivo suo influsso venne, con lo scorrere degli anni, così efficacemente esplicandosi e diffondendosi, da far diventare le sue norme quasi comune patrimonio della famiglia umana. E mentre lo Stato, nel secolo decimonono, per soverchio esaltamento di libertà, considerava come suo scopo esclusivo il tutelare la libertà con il diritto, Leone XIII lo ammonì essere insieme suo dovere l'applicarsi alla provvidenza sociale, curando il benessere del popolo intero e di tutti i suoi membri, particolarmente dei deboli e diseredati, con larga politica sociale e con creazione di un diritto del lavoro. Alla sua voce rispose un'eco potente; ed è sincero debito di giustizia riconoscere i progressi, che la sollecitudine delle autorità civili di molte nazioni hanno procurato alla condizione dei lavoratori. Onde ben fu detto che la Rerum novarum divenne la Magna Charta dell'operosità sociale cristiana. [...]

Queste parole le ho tratte dal discorso di Sua Santità Papa Pio XII in occasione del 50° anniversario dell'enciclica di Papa Leone XIII "Rerum novarum". Il discorso fu radiotrasmesso in occasione della Pentecoste del 1941.

E' bene riflettere su queste date e sui contenuti del discorso, Papa Leone XIII era certamente mosso dalla convinzione profonda che alla Chiesa compete non solo il diritto, ma ancora il dovere di pronunziare una parola autorevole sulle questioni sociali. E Papa Pio XII non perse l'occasione di ricordarlo a tutti.

Tali concetti vengono ripresi e ricordati con forza anche da Papa Giovanni XXIII nell'enciclica "Pacem in Terris" dove riesce ad offrire una meravigliosa lezione di diritto privato: [...] Agli esseri umani è inerente il diritto di libera iniziativa in campo economico e il diritto al lavoro [...]  È perciò indispensabile che i poteri pubblici si adoperino perché allo sviluppo economico si adegui il progresso sociale; e quindi perché siano sviluppati, in proporzione dell’efficienza dei sistemi produttivi, i servizi essenziali, quali: la viabilità, i trasporti, le comunicazioni, l’acqua potabile, l’abitazione, l’assistenza sanitaria, l’istruzione, condizioni idonee per la vita religiosa, i mezzi ricreativi. E devono anche provvedere a che si dia vita a sistemi assicurativi in maniera che, al verificarsi di eventi negativi o di eventi che comportino maggiori responsabilità familiari, ad ogni essere umano non vengano meno i mezzi necessari ad un tenore di vita dignitoso; come pure affinché a quanti sono in grado di lavorare sia offerta una occupazione rispondente alle loro capacità; la rimunerazione del lavoro sia determinata secondo criteri di giustizia e di equità; ai lavoratori, nei complessi produttivi, sia acconsentito svolgere le proprie attività in attitudine di responsabilità; sia facilitata la istituzione dei corpi intermedi che rendono più articolata e più feconda la vita sociale; sia resa accessibile a tutti, nei modi e gradi opportuni, la partecipazione ai beni della cultura. [...]

E' bene ricordare che spesso la Chiesa Cattolica richiama i propri fedeli ad impegnarsi in questioni sociali e politiche, trovo strano ed assurdo che spesso i politici che si collocano nel centrismo democratico cristiano non abbiano il coraggio di impugnare il ruolo che a loro spetta di diritto.
Se uno è un fedele Cattolico DEVE tutelare i diritti del prossimo, DEVE occuparsi di politica, DEVE impegnarsi affinché le condizioni della gente siano dignitose, DEVE pensare al lavoro come condizione primaria per il sostentamento della famiglia, DEVE dare uno sguardo al mondo operaio, al mondo sociale, ai pensionati, agli ammalati, alle minoranze, agli esclusi, agli ALTRI.

E' bene leggere che il Cardinal Bertone ricordi chiaramente che :"[...]I diritti sociali sono parte integrante della democrazia sostanziale e l'impegno a rispettarli non puo' dipendere meramente dall'andamento delle borse e dei mercati [...]"

E visto che la nostra tanto amata Costituzione si occupa come primo punto a ricordare a tutti che l'Italia è un Paese fondato sul lavoro, verrebbe da chiedersi perché troppo spesso ci dimentichiamo delle politiche per le occupazioni.
La linea di demarcazione è sottilissima: se siamo brava gente non servono etichette. Secondo il mio punto di vista se fossimo tutti un po' più ALTRUISTI, certi discorsi non servirebbe ricordarli, ma troppo grande è la tentazione di arricchire solo se stessi, magari in nome della buona politica o dei buoni cattolici.
Ma la coperta è corta, non c'è bisogno di serbare il ladro in casa, buttiamolo fuori altrimenti avremmo freddo tutti.
C'è bisogno di ALTRUISMO, c'è bisogno che i politici siano ALTRUISTI, c'è bisogno che i sacrifici che vengono chiesti siano pensati per migliorare le condizioni della povera gente.

Sono convinto che l'Italia abbia bisogno di meno politici e di più cattolici.
Sono convinto che l'Italia abbia bisogno di meno cattolici e di più politici.

Imparate a leggere tra le righe.

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